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Una selva di cartelli e insegne riduce la sicurezza

Lonate Ceppino/Busto Arsizio – Nuova denuncia dell’Associazione familiari vittime della strada “Per una strada che non c’è”: una selva di cartelli e insegne riduce la sicurezza

Troppi cartelli sulle strade, e quelli che servono non ci sono

L’associazione familiari vittime della strada “Per una strada che non c’è” torna a farsi sentire in tema di sicurezza stradale. Nel mirino, questa volta, le strade di Busto Arsizio, teatro, begli ultimi giorni, di diversi incidenti, di cui due mortali.

L’associazione, presieduta da Ernesto Restelli, con sede legale a Busto Arsizio e segreteria operativa a Lonate Ceppino, ha scritto una lettera-denuncia al Procuratore capo del Tribunale di Busto Arsizio, al Comandante della Polizia Locale di Busto e al Presidente della Provincia di Varese sollecitando ancora una volta maggiore attenzione ai temi della sicurezza stradale e denunciando un aspetto, spesso trascurato, delle nostre strade: l’eccessiva presenza di cartelli che riducono la visibilità.

“In questa settimana sulle strade di Busto hanno trovato la morte ancora due giovani – si legge nella lettera – Non siamo ascoltati per quanto riguarda le nostre continue proposte fatte. Francesco Zoia e Ilario Rustighini il 15 aprile 2000 hanno trovato la morte all’incrocio fra corso Sempione a Busto Arsizio e via Torquato Tasso. Nonostante la nostra associazione abbia segnalato la pericolosità di questo semaforo, dopo 6 anni dal tragico evento non è stato fatto nessun intervento migliorativo”.

Anzi, scrivono mamme e papà che hanno perso i loro figli in incidenti stradali, non solo non si sono fatti interventi migliorativ, ma la situazione è peggiorata: “Proprio sul tratto di strada citato l’attenzione dei conducenti è fuorviata da una serie di cartelli pubblicitari messi trasversalmente all’asse stradale e in posizione ravvicinata, per alcuni la distanza non supera i 5 metri. Molti cartelli, proprio per essere più visibili, sono posti in curva e per alcuni momenti sono visti perpendicolarmente alla direzione di marcia. Evidenziamo che, tanto più la loro visibilità è accentuata, tanto più ne subisce l’autista in termini di attenzione del controllo della guida”.

La questione dei cartelli pubblicitari è regolata dall’art .23 del Codice della Strada che recita: “1. Lungo le strade o in vista di esse è vietato collocare insegne, cartelli, manifesti, impianti di pubblicità o propaganda, segni orizzontali reclamistici, sorgenti luminose, visibili dai veicoli transitanti sulle strade, che per dimensioni, forma, colori, disegno e ubicazione possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità o l’efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l’attenzione con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione…”.

“Pur considerando – prosegue la lettera dell’associazione – che l’art. 23, comma 6, prevede che i comuni abbiano la facoltà di concedere deroghe alle norme relative alle distanze minime per il posizionamento dei cartelli e degli altri mezzi pubblicitari “nel rispetto delle esigenze di sicurezza della circolazione stradale”, sottolineiamo che l’art. 41 della Costituzione Italiana precisa che “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana… Rilevato, non solo secondo la nostra valutazione, che la pubblicità in oggetto possa esercitare una negativa influenza sugli utenti a cui è rivolta chiediamo che vengano fatti, in tempi brevi, gli interventi previsti dal Codice della Strada”.

Galleria fotografica: cartelli pericolosi

Varese News

Martedi 25 Luglio 2006

ma.ge.

redazione@varesenews.it

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