Gli anni cinquanta, pur essendo caratterizzati dal boom economico, non consentono alle famiglie italiane medie un livello di vita dignitoso.
I ragazzi, per non chiamarli bambini, terminata la scuola elementare, nella maggior parte dei casi si avviano al lavoro come garzoni, apprendisti.
Anche Ambrogio, nato il 18 ottobre 1943, con un senso di responsabilità rilevante, fa questa scelta, trova un posto come aiuto idraulico.
E’ un ragazzo pieno di vita, serio e allegro, con la voglia di imparare una professione e, nello stesso tempo, di contribuire all’economia familiare. Il suo progetto è quello di mettersi in proprio, appena acquisita la necessaria esperienza.
E’ sempre disponibile con tutti, pronto a rinunciare del proprio.
E’ maturo e ogni mattina sulla vespa di un compagno di lavoro, come passeggero, con la borsa degli attrezzi si reca sul luogo di lavoro.
Il 2 ottobre 1958, all’inizio della salita che conduce a Cairate, un camion con rimorchio imposta la curva larga per entrare alla cartiera Mayer e va ad occupare parte dell’altra carreggiata.
L’amico di Ambrogio, che conduce la vespa, frena, cerca di evitare l’impatto diretto, ma in questa manovra Ambrogio finisce sotto le ruote del mezzo pesante. Terminano di colpo le sue aspettative, il suo desiderio di affermarsi nel lavoro e soprattutto gli viene rubata la possibilità di consumare tutte quelle fasi della vita che sono un diritto irrinunciabile di un ragazzo di 14 anni.
Ciao Ambrogio, ti ricordiamo e ti conserviamo nei nostri cuori. la tua sorella Marisa, Angela e Giorgio