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i nostri libri pubblicati

Il primo libro pubblicato è stato ” Vite spezzate” una raccolta di lettere e testimonianze di mamme che ricordano il/la  loro/a  figlio/a  perduto, stampato nel 2006 con il sostegno del Consiglio Regionale della Lombardia. E’ stato distribuito gratuitamente.

premessa

Abbiamo ritenuto importante iniziare con i dati delle vittime della strada
per far conoscere la portata del problema che non deve essere ridotto alle
poche comunicazioni che i mass media fanno a titolo di cronaca nera.

L’Associazione familiari vittime per una strada che non c’è
è costituita da persone che hanno vissuto la tragica esperienza della
perdita di un loro caro a causa di un incidente stradale e che si pongono
come obiettivo la salvaguardia della vita sulle strade.

Le grida di dolore e lo strazio dei familiari di chi non ha potuto consumare
le fasi naturali della vita persa sull’asfalto, realizzare i propri sogni,
progetti, speranze.

All’improvviso una telefonata … e poi più niente, il vuoto completo,
assurdo, incomprensibile, incredibile, una violenza insopportabile.

Tutto quello che si sarebbe potuto fare insieme viene trascinato via per
sempre con la perdita subita.

Tra un passato felice e un futuro lontanissimo rimane solo un oggi vuoto,
ogni cosa perde il suo significato, niente ha più senso, niente sarà più
come prima.

Giorno dopo giorno le stesse domande senza risposta.
Un dato costante: l’irreversibilità dell’evento.

E poi il tempo che passa rende la tua tragedia per la società e per le”
istituzioni un fatto “comune”.

E le frasi incomprensibili del dovere di continuare a vivere, ma
inaccettabili per chi vive il dramma.

Un impegno.

Far conoscere la gravità dei dati dei morti sulle strade, per poter
individuare i punti pericolosi e ricostruire così la mappa dei rischi che
permetta di intervenire in modo da rendere le strade sicure, anche
attraverso l’applicazione dei dispositivi di sicurezza attivi che possono far
fronte alle condotte di conducenti negligenti.

E sensibilizzare l’opinione pubblica a partecipare e a pretendere che le
strade siano solo un luogo di vita.

Questa pubblicazione è dedicata dai familiari e dagli amici ai loro cari
che non sono più fra noi, nel ricordo, anche, di tutti coloro che hanno perso
la vita sulla strada ed
è rivolta a tutte le famiglie distrutte dal dolore.

 

 Successivamente abbiamo pubblicato nel 2008 e ristampato nel marzo 2009 “per salvare una vita: dalla consapevolezza alla sicurezza stradale” di 292 pagine che trattano del lavoro fatto con gli alunni delle scuole medie di Tradate e gli studenti dell’Istituto don Milani di Tradate.

Le duemila copie sono state distribuite gratuitamente agli alunni e studenti  delle scuole elementari, medie e superiori di Lonate Ceppino, Castel Seprio,  Gornate Olona e Tradate.
 introduzione

L’ “associazione familiari Vittime per una strada che non c’è” è iscritta alla sezione
regionale del Registro Generale Regionale del Volontariato – sez. A) Sociale B) Civile (al n?
progressivo 3036 con decreto n? 7259 del 12 maggio 2005) e nel Registro Regionale delle
Associazioni di solidarietà familiare (al n° progressivo 603 con decreto n° 4918 del 04 aprile
2005).

L’Associazione, nata con l’obiettivo ultimo, purtroppo difficile da conseguire, di auto
estinguersi, non vuole destabilizzare nessuna istituzione, né creare o spostare consensi
all’interno del quadro politico.

E’ formata soprattutto da genitori che hanno perso i figli negli incidenti stradali e si stanno
impegnando con tutte le loro forze affinché altre vite non restino sull’asfalto.

Si sono riuniti in questa associazione che ha l’obiettivo di affermare la cultura del rispetto
della vita propria e altrui sulla strada e in ogni luogo, e, portando il loro dolore in mezzo agli
altri, intendono far capire che una tragedia come la loro può succedere a tutti.

Lavorano per tutti, perché l’incidente stradale non garantisce a nessuno l’immunità.

In questo senso vorrebbero che fosse chiaro che i loro suggerimenti non sono un eserCIZIO
terapeutico per lenire la loro condizione di genitori travolti da una violenta e irreversibile
tragedia, suggerimenti da sopportare, da far cadere all’ombra della disinformazione della
stampa locale, ma sono una sofferta presentazione di problemi da prendere in considerazione
e cercare di superare per un esercizio dignitoso del potere.

il nostro impegno

La salvaguardia della salute e della vita sulle strade, l’impegno nel fermare la strage stradale
si pongono in modo prioritario tenendo presenti le seguenti considerazioni:

* il numero elevato di vite perse sulle strade, anche se è scontato dirlo, non sminuisce il valore
delle altre perse in altri settori in cui l’indice di mortalità è molto inferiore;

* la strage stradale coinvolge tutti senza distinzione di sesso, di professione, di età, di
estrazione sociale ed economica;

*L’incidente stradale si manifesta senza preavviso, all’improvviso e molto spesso, come
sistema di autodifesa inconscio, si considera “tutti” gli “altri”, autoescludendosi;

* diverse centinaia di migliaia sono ogni anno i decessi totali in Italia. L’impegno notevole e
qualificato delle strutture sanitarie per guarire la gente e diminuire la loro sofferenza viene poi
vanificato, e questo sembra assurdo, dal fatto che le stesse persone, una volta guarite, si lasciano
esposte al rischio stradale;

* Inoltre, l’osservazione può essere reversibile: se pregevole è l’intervento delle strutture
sanitarie, quasi irrilevante è la sollecitudine delle altre istituzioni preposte a istituire un
sistema viario senza rischi.

La Commissione Europea ha proposto, nel libro bianco sulla politica europea dei trasporti, che
l’Unione Europea fissi l’obiettivo di dimezzare il numero dei morti per incidente stradale entro
il 2010.

Ma, nel dizionario della lingua italiana si legge che “l’incidente è un avvenimento inatteso”, di
conseguenza l’aspettativa per i paesi dell’UE e in particolare per l’Italia di avere nel 2010 il

50 % delle vittime, cioè l’aspettativa di ancora 4.000 morti sulle strade, esenta nella logica di
identificarli come incidenti, perché è un dato programmabile.

In Svezia si sono posti l’obiettivo Vision Zero: prevedono per i prossimi anni ZERO vittime.
Sarà un obiettivo molto impegnativo da raggiungere, ma questo programma rispetta la dignità
dei cittadini e dei conducenti.

In nome della ferma volontà di raggiungere uno standard di sicurezza sulle strade, che è uno
standard di modernità e di civiltà, occorre, per arginare il fenomeno, un impegno serio,
coordinato, instancabile da parte di tutti.

Così i sistemi di sicurezza, anche sulle strade, devono essere concepiti in modo assoluto per
salvare le vite anche a prescindere dal comportamento non sempre disciplinato dei conducenti
e non devono essere limitati da giustificazioni, seppur supportabili dalla logica, che molti
tragici eventi sono dovuti esclusivamente a condotte di guida inaccettabili. Occorre farsi carico
anche di queste situazioni.

Noi sappiamo che in fabbrica, da decenni, i sistemi di sicurezza sono concepiti in modo tale
che, se il lavoratore dovesse sbagliare, intervengano immediatamente bloccando il sistema
produttivo così da garantire la vita e la stessa produzione.

Nel 2018 abbiamo pubblicato con il contributo degli alunni della Scuola Media di Lonate Ceppino:

“per la vita” 

in 2770 copie distribuite gratuitamente a tutte le famiglie di Lonate Ceppino  e agli alunni della scuola media di Castronno.  Attualmente per altre distribuzione nelle scuole medie siamo bloccati dalla pandemia.

presentazione

A TUTTI I RAGAZZI E ALLE LORO FAMIGLIE

Care ragazze, cari ragazzi,

benvenuti in quellaffascinante periodo della vostra vita che vi
porterà ad abbandonare lo
stetusdi bambini per entrare, a pieno
titolo
, nel mondo degli adulti.

State vivendo un momento unico e delicato, ma molto
affascinante
, di trasformazione della vostra persona: avete
cominciato
a frequentare gli amici nel vostro tempo libero, senza
più il controllo dei genitori
, e ad acquisire una sempre maggiore

autonomia nei vostri spostamenti.                    .

Ladolescenza è per definizione l’età della ribellione e della
contestazione, il cui attraversamento vi porterà al traguardo della
consapevolezza
e della responsabilità, che sono caratteristiche, o
almeno cosi dovrebbe essere, del mondo degli adulti. Sono tipiche
di questo periodo le ”prove di coraggio”, memoria storica di
ancestrali riti tribali di ”passaggio’
, in cui, in una sorta di delirio di
onnipotenza
, prevale la volontà di provare, a tutti i costi,
esperienze nuove ed emozionanti, senza valutarne i rischi reali e
le possibili conseguenze, né per se stessi, né per gli altri, perché è
tipico di questa età ritenere che ciò che può capitare agli altri, non
accadrà mai
a me.

Purtroppo, noi adulti sappiamo che non è cosi e il conseguimento
del
patentinoprima e della patente in seguito, sono traguardi
subordinati allo studio
e alla conoscenza delle regole del codice
della strada
, improntato al rispetto degli altri e finalizzato alla
salvaguardia del benessere
e dell’incolumità di pedoni, ciclisti,
motociclisti e automobilisti.

Il rispetto delle regole del codice della strada e, nello stesso tempo,
il desiderio di infrangerle, sono spesso intenzioni che coesistono
negli adolescenti
, ma il compito di noi adulti è farvi capire,
gentilmente ma con determinazione, che le regole non sono
solamente un obbligo imposto dall’esterno
e che,affinché siano
efficaci
, devono essere capite e interiorizzate.

/I rispetto del prossimo, principio cardine di ogni società civile, è
intimamente connesso con il rispetto per se stessi: solo per questa
via si può passare con successo dall
adolescenza alletà adulta.

La vita è il bene più prezioso e va vissuta in tutti i suoi aspetti.
Buon viaggio.

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