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Marco Prada

Nostro figlio, Marco, nasce il 2 giugno 1975 a Gallarate.
Fin da piccolo mostra uno spirito indipendente, la tendenza ad una libertà innata. Ha un concetto della vita basato sull’operosità, sulla voglia di fare.
Da ragazzo pratica lo sci, diversi sport e per ultimo, con una costanza che non ha limiti, la palestra.
A 21 anni si mette a lavorare in proprio, è instancabile. Ha un carattere forte e nello stesso tempo dolce che lo rende disponibile verso tutti gli amici.
Ama assumere impegni lavorativi che non lo legano per molto tempo allo stesso luogo, è l’espressione della ricerca del nuovo, la propensione a fare continue esperienze diverse. L’impegno dimostrato va oltre la giornata lavorativa, tanto che dopo alcuni anni, con nostra sorpresa una sera ci dichiara che aveva acquistato una casa.
E non solo, compererà una nuova auto per il lavoro e, successivamente, da tempo nelle sue aspirazioni, una moto, l’Harley-Davidson,
il mito che rappresenta per i giovani americani il sogno della libertà. Non sono scelte sprovvedute fatte senza la convinzione di sostenerle.
I giovani della sua età sono distanti dal prendere decisioni di questo tipo che portano a sottrarre quel tempo che giustamente va dedicato, anche, a pause di divertimento.
Marco ha le idee chiare. Davanti all’impegno economico a cui deve far fronte escogita una soluzione tanto originale quanto impegnativa.
Dopo le faticose ore di lavoro si impegna, mettendo così anche a frutto la personalità fisica che ha acquisito in palestra, a svolgere nelle ore notturne un servizio di sicurezza in una nota villa di Stresa. Lo giustifica in un modo per molti assurdo: “per me è soffocante entrare al chiuso a divertirmi e mi soddisfa di più stare all’aperto, sul piazzale”.
Fa coincidere il divertimento con il lavoro. Quello che rimpiangiamo di queste scelte di Marco è che, così giovane, ha consumato quelle tappe che sono dovute a quelli della sua età. Ha lavorato in numerosi giorni festivi, rinunciando per anni a quelle che per lui erano meritate ferie. E non aveva voluto ascoltare il consiglio che lo volevamo meno impegnato. Tornando da Stresa, il 21 settembre 2003, con la sua moto, in un incidente stradale su cui pesa ancora un’incognita, la vita di Marco viene tragicamente interrotta. Caro Marco hai lasciato un esempio ammirabile del tuo spirito di abnegazione e un grande vuoto, ma nello stesso tempo ti sentiamo sempre presente attraverso le molte e molte cose che continuamente ricordano la tua instancabilità. Ciao, un bacio.

La tua mamma Elisa, il papà Carlo e il fratello Jvan con la moglie Monica

Per la mamma di Marco

Scattava il meridiano e Marco andava via
ed io per la sua mamma ricordo una poesia …
” O cavallina storna
che portavi colui che non ritorna”
Lei piange e io con loro divido il sentimento
lo strazio e la disfatta strisciante del momento.
Il giorno dei ricordi il dì dell’abbandono
di chi malvagiamente sottrasse il suo tesoro.
Sicuro sono io il ricordo del passato
del suo bambino bello, fiamma dimenticata.
Ma mi consolo pensando al suo buon cuore
chi vola da ragazzo rinasce nel Signore.
Vorrei essere io la cavallina storna
riuscire a riportare colui che non ritorna
le anime leggere non possono tornare
in mezzo ai peccatori in terra e tanto male.
E questo nonostante Lui voglia ritornare
per una cosa sola
LA MAMMA RIABBRACCIARE.
Del male scoprendo Lui porta la sua croce …
ma oggi un bianco fiore le porta la sua voce.
Mi guardi mi ricordi mi chiami col suo nome
che questo sia il conforto al terribile dolore.
Riprendo le sue foto di quando piccolino …
perchè nel nome Marco battezzo il mio bambino.

Gli amici

… Può tornare Marco.
non voglio che sia un addio.
Hai creduto sempre nei tuoi ideali, magari non tutti condivisi dagli altri,
ma alcuni dei quali sicuramente indiscutibili:
amicizia, famiglia, integrità, onestà, laboriosità.
Una volta mi hai detto che i tuoi ideali erano tutti racchiusi in quella runa,
sulla cintura che portavi sempre.
Un vecchio poeta diceva “un uomo che non rischia qualcosa per i suoi ideali,
o non valgono i suoi ideali, o non vale niente lui”.
Sei stato un uomo valoroso.
La ferita che ho nel cuore terrà vivo il tuo ricordo.
La vita dei morti sta nel ricordo dei vivi.

Un amico

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