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Giulia Della Torre

Giulia Della Torre è nata a Tradate in una notte di luna crescente il 26 luglio 1985.

Ha vissuto i primi tre anni della sua breve esistenza a Busto Arsizio poi è cresciuta a Lonate Ceppino bella, sana, vivacissima, entusiasta di tutto, generosa con tutti. La sua energia era contagiosa, la sua allegria prorompente.
Alle scuole elementari di Via Molteni ha imparato a leggere, a scrivere e ad amare gli altri, a farsi amare. Era giocosa sempre ma diligente e puntuale nei suoi primi doveri. Rideva a crepapelle, scherzava ma sapeva anche quando essere seria, attenta e composta. La prima comunione era stata una grande festa e un momento di forte intensità, vissuto con consapevolezza “da grande”.
Appariva straordinario, in lei, il messaggio esplosivo, esuberante della vita. La sua natura luminosa, altruista, solare stava sbocciando nella formazione della personalità quando, a 10 anni, 9 mesi e 19 giorni, qualcuno o qualcosa l’ha chiamata per farla incontrare con la morte. Erano le 7 di sera circa del 15 maggio 1996 quando, dopo un pomeriggio di giochi in giardino con un’amica del cuore, dopo aver preparato in tavola i quattro posti per la cena, ha chiesto con insistenza alla sua mamma di uscire per andare a prendere qualcosa in cartoleria, a non più di cento metri dal cancello, lungo due vie familiari, percorse migliaia di volte.
Nel ritornare a casa con la sua amatissima bicicletta probabilmente cantava, come spesso le capitava di fare, il sacchetto delle biro comprate sul manubrio. Ha svoltato a sinistra come avrà fatto migliaia di volte ma quella volta ha incontrato, sottoforma di un’automobile, quel qualcuno o quel qualcosa che, con tempismo cronometrico e precisione millimetrica, ha voluto staccare il suo cervello dal suo corpo, lei dal nostro mondo, dai suoi genitori da sua sorella Lucia. Irrimediabilmente.
Per sempre. Giulia non era già più con noi quando la mamma l’ha vista stesa sull’asfalto all’incrocio tra via Monte Grappa e Via Verdi, dove Giulia ha sbagliato a non rispettare lo stop ma dove non c’era nemmeno quello specchio parabolico che forse l’avrebbe aiutata a non sbagliare. “Giulia….Giulia…”. Più niente. “Edema chiuso”, ha sentenziato la diagnosi: vuol dire che il cervello soffoca nel cranio e muore. Intubata.
Da Tradate la corsa al reparto di rianimazione dell’ospedale di Legnano. L’encefalogramma piatto, il coma irreversibile, la morte cerebrale.
Lei bellissima, senza una ferita esterna, senza una goccia di sangue. Come dormisse nell’assurdità del mistero più profondo. I suoi genitori hanno accolto l’invito dei medici del reparto a donare i suoi organi senza pensarci, con uno slancio istintivo: Giulia l’avrebbe fatto sicuramente con la sua generosità, la sua passione per la vita e per gli altri.
Quando i suoi genitori e sua sorella sono tornati a casa, un posto a tavola era ormai di troppo. Giulia non c’era più. Per sempre?
la mamma Teresa e il papà Roberto

Ritorno a casa

Fa un caldo soffocante.
La mia vecchia casa gialla sembra vuota, ma io so che “loro” ci sono. Sono nelle loro stanze buie e fresche, magari mia sorella sta leggendo ,mentre mia madre e mio padre guardano la televisione, ma ci sono, di sicuro.
Prima di entrare, però, voglio fare un giro dietro al giardino, perché d’estate è stupendo . Il formicaio è sempre dietro al ciliegio, l’albicocco è ancora in piedi, i fiori ci sono tutti, sempre quelli e sempre allo stesso posto, ma non è il giardino che mi ricordavo io:adesso i rami del gelsomino non sono ancora stati potati, i vialetti sono ingombri di foglie secche e tra un roseto e l’altro ci sono tantissime erbacce. La fontanella non è stata pulita, e c’è una ragnatela tra il rubinetto e il muro; i seggiolini e il tavolo di pietra sono ricoperti di muschio, il tavolo di marmo non viene pulito da tanto tempo.
È molto strano perché prima mio papà lavorava in giardino tutto il giorno: piantava e seminava, e qualche volta giocava a calcio insieme a me nel pratone vicino al ciliegio. Poi quando faceva tanto caldo ci riposavamo sotto al pioppo giovane, e lui mi prendeva in giro e mi faceva il solletico.
Adesso mi sembra che qui non venga più nessuno……..peccato, perché con un sole così deve essere noioso stare in casa.
Però è anche vero che mia sorella è sempre stata pigra:si stancava subito di giocare a palla, e poi si lamentava del caldo e delle mosche e diceva che doveva studiare, leggere, o telefonare alle sue amiche.
Tuttavia era bravissima a nuotare e facevamo sempre tante gare, al mare.
A me piaceva tuffarmi, e poi immergermi per guardare i pesci, per cercare di seguirli e di catturarli .Era bello poi uscire dall’acqua e stare sdraiata ad asciugare, con il sale che rimaneva attaccato ai capelli e alla pelle .
Però hanno smesso anche di andare in Sardegna, anzi non sono proprio più andati al mare, “dopo” .
Il giardino mi rattrista molto, credo che sia meglio entrare; la mia camera non è cambiata tanto:ci sono pupazzi sparsi dappertutto e anche i quadri sono gli stessi . Però non vedo le bambole, ci sono solo libri, ovunque! Mia sorella è sul balcone, sta pensando ma non riesco bene a capire cosa:
“Che estate . Sole, cielo azzurro, caldo africano e io non ho voglia di uscire, non mi va di vedere nessuno, non ho nemmeno voglia di giocare con Nerone, anche se sono tre ore che abbaia come un disperato….Poi, mamma e papà sono tristi:ho capito subito che non era una buona giornata……….dopo pranzo sono andati in camera e non sono più usciti;e io sono qui e non so che cosa fare, mi annoio proprio. È colpa tua, comunque . è già la seconda estate senza di te e io mi sento sola come sempre .E poi questo sole mi infastidisce.
Voglio la pioggia, l’inverno, la scuola: almeno avrei i compiti da fare e meno tempo per pensare .Ma così, con questo caldo..come si fa? Come hai fatto a fare quella curva? A cosa stavi pensando? Non potevi stare più attenta, vero? No, certo. E intanto io sono qui…..con questo sole, con questa estate….ma che noia .”
“Certo che la vita è proprio un secondo “, questa è la voce di mio padre, viene dalla camera da letto “Non ce lo meritavamo proprio…Che cosa abbiamo fatto di male? Perché a noi? E adesso riesce anche ad esserci il sole . Come può essere estate? Cosa c’entra l’estate con noi? Giulia ci avrebbe chiesto di andare in piscina ( certo che l’avrei fatto, con questo caldo….) di giocare con il cane, di fare un giro in bicicletta…invece, siamo qui a guardarci in faccia come due stupidi , con la sensazione di perdere tutto…….Perché?”
Ma che cos’hanno tutti? E’ estate, come si fa ad essere tristi?
Io non voglio che lo siano .Non ho fatto apposta a non fermarmi allo stop, non ci ho pensato. Loro, però non possono buttare così un ‘altra estate…….Non ci dovete pensare, capito? Non dovete pensarci più. Va bene lo stesso. Io non sto male, e poi voi dovete ancora fare tante cose. L’estate è appena a metà,l’estate è lunga, forza, vi prego, reagite!
Tornerò a trovarvi, tornerò ogni estate .Voi però dovete potare il glicine, e giocare con Nerone, e dovete anche usare un po’ il mio pianoforte, per non fargli prendere polvere…potete farcela, davvero…Non so se mi hanno sentita. Però vedo che Lucia sta andando da mamma e papà, e adesso stanno parlando, ma così fitto che non riesco a sentire.
Però vedo che ridono…..Oh ecco, forse domani andranno in piscina.
Lucia Della Torre
(tema in classe due anni dopo la morte della sorella Giulia)

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