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Oltre il volo – DVD

Volare è il sogno di chi vuol spostarsi in tre dimensioni.
Il sogno dei giovani, quello di distaccarsi dalla realtà, di sognare, in cambio di una possibilità che non avranno mai.
Una generazione che vuol volare ma riconosce che è stata privata del vento …,
una denuncia di una realtà che non garantisce i valori esistenti diverse generazioni fa.

Un giovane (17 anni) che parla della bruttissima esperienza, in un convegno sulla sicurezza, avuta per essere stato travolto in moto da un’auto.

L’aver sfiorato il limite che separa la vita dalla morte, per una pura coincidenza. Sarebbe rimasto schiacciato contro il guard rail se non ci fosse stato un varco, che gli avesse permesso di evitare l’impatto, previsto per accedere ad una lapide posata in memoria di un altro giovane, che nello stesso luogo aveva perso la vita, due anni prima, sempre in un incidente stradale.

Testimonianze crude dei luoghi in cui sono avvenute le tragedie stradali (mazzi di fiori e auto divise in due, ecc.). Per smuovere la sensibilità dei ragazzi, “Oltre il volo” vuole presentare la testimonianza diretta,  attraverso filmati di repertorio, dei più bei momenti, di chi oggi non è più con noi. Di alcuni bambini e ragazzi, che rappresentano tutti i giovani che hanno perso la vita sull’asfalto:

Nickolas (anni 22), Giulia (anni 10), Francesco (anni 14),

Alberto (anni 17) e il papà Mario (anni 41), Paolo (anni 30), Michele (anni 21).

E’ un modo diretto per rammentare una vecchia frase, che è andata a scomparire, molto citata dai nostri genitori e nonni:

la nostra vita è appesa a un filo.

Uno spot promozionale sulla sicurezza i cui interpreti sonogli insegnanti e i ragazzi della scuola media:

proff. Filomena Cannito e Nicola Iannuzzi, gli alunni della classe 3^D

Un frammento significativa della bellissima opera teatrale pensata dalla regista Delia Cajelli, con la collaborazione del Teatro sociale di Busto Arsizio e la compagnia di giovanisimi attori che ha presentato alla fine dell’anno scorso “il traffico ha ripreso a scorrere regolarmente…”.

Gli appelli di una mamma e di un papà a tutti i ragazzi e un finale con una triste prospettiva.

Vengono riportati alcuni dati da brivido: 40 milioni di morti, sulle strade, in trent’anni nel mondo e nello stesso periodo 300 mila in Italia.

300 bambini, ragazzi e giovani con un’età inferiore a trent’anni lasciano la loro vita, ogni mese, sulle strade italiane.

E il deltaplano atterra e una mamma porta dei fiori a un suo caro morto giovanissimo.

Un’ora di filmato DVD a cura di Ernesto Restelli dedicato ai giovani che non sono più fra noi e rivolto, con un taglio preventivo, ai loro coetanei.

Il loro sacrificio, la perdita del bene più prezioso è tale se riescono a trasmettere che la vita si può perdere per cose insignificanti.

Il filmato è stato presentato a Tradate mercoledì, 9 marzo 2005 – ore 8,30 presso l’aula magna della Scuola Media Statale dell’Istituto Comprensivo G. Galilei di Tradate e nelle scuole medie di Lonate Ceppino, Venegono Superiore, Dumenza e Lavena Ponte Tresa.

Ragazzi commossi e attenti davanti ad un filmato

Articolo tratto da “La Prealpina” del  10 marzo 2005

TRADATE -Sì. Sicuramente è meglio perdere un attimo della nostra vita, che la nostra vita in un attimo.

Questa è la conclusione; semplice; chiara, che i 170 ragazzi delle sei clàssi di terza media di via Trento e Trieste hanno tratto alla fine della mattinata di ieri, dopo quasi cinque ore in cui hanno avuto modo di commuoversi. di arrabbiarsi e di riflettere sulla vita e sulla possibilità che questa possa prendere il volo. In un attimo.

Magari sulla strada. Per disattenzione, per boria, spesso per stupidità. Si sono,commossi i ragazzi della media Gali1ei, ascoltando le testimonianze di quattro ragazzi della loro età, o poco più grandi.

Testimonianze raccolte tempo fa. Immagini e storie di ragazzi che non ci sono più, che hanno perso la vita in incidenti stradali.

Sarà stato pesante per gli studenti della Galilei vedere quella mamma che prima tiene per mano, i suoi bambini, sorridenti, e poi recarsi con in mano dei fiori sulla loro tomba.

Avranno sicuramente pensato alla vita di quel ragazzo, un ragazzo proprio come loro, che cantava e suonava

in un complesso.

Quel ragazzo che adesso non c’è più. Avranno nella mente per un po’ quei luoghi,  strade come tante, dove questi ragazzi sono morti.

“Oltre il volo” è stato tutto questo. Ma non solo. E’ stato anche un elogio alla vita, per tutto quello che è e per tutto quello che ci dà.

Un ammonimento a quanto questa sia precaria. Basta una disattenzione.

Basta una sciocchezza; Basta un attimo.

In un’ora (tanto durava il video cui è poi seguito il dibattito), trascorsa tra l’ altro io assoluto silenzio, i ragazzi della media hanno sicuramente imparato tante cose.

Ce lo dice Sara, con gli occhi ancora arrossati: «All’inizio eravamo contente, soprattutto per le due ore di inglese ed il compito di geografia perso.  Poi abbiamo visto il filmato. Abbiamo sentito quel papà parlare. lo ho pensato subito alla mia mamma e al mio papà. E mi è venuto da piangere».

Parole sincere, toccanti. Ma funziona così.

Forse più che sensibilizzati al rispetto delle regole e al codice della strada, che comunque è, e rimane un’ operazione di fondamentale importanza, i ragazzi vengono colpiti dalle conseguenze del mancato rispetto di queste norme. Per loro è pedagogico.

Lo conferma Ernesto Restelli … «Prendere consapevolezza di questa realtà che i ragazzi non conoscono, cioè del grande numero di vittime della strada, alza il loro livello di attenzione. Tutto questo lo facciamo per salvare una vita. Certo, probabilmente non sapremo mai se davvero riusciamo a contribuire a salvare delle vite, ma a noi va bene così.

E per questo che vorremmo che il filmato “Oltre il volo” venisse proposto a tanti giovani, magari distribuito. In modo da raggiungere il numero più grande di persone possibile. Vorremmo che nessun’altra persona perdesse la vita in un incidente stradale per disattenzione o incoscienza.

Non vorremo più rivivere la nostra sofferenza nel dolore degli altri.  Un dolore .che i ragazzi della media di via Trento e Trieste hanno quasi toccato.

Un dolore che ha forse insegnato loro che basta un attimo. Uno solo.

Loris Fato

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