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Alberto Luis Sicoli e Mario Sicoli

Alberto, nato il 26 febbraio 1985, Mario, il papà, nato il 7 giugno 1961

Un animo generoso. Certamente si poteva contare sul suo aiuto, se si era in difficoltà. Lo sapevano gli amici che si erano rivolti a lui nel momento del bisogno.
Lo sapevano le persone che, avendolo conosciuto più da vicino, hanno potuto apprezzare la sua disponibilità verso gli altri e la sua generosità.
Un padre tenero e affettuoso, soprattutto nei confronti di Valentina, la più piccola della famiglia, severo quando era necessario, ma pronto a perdonare e soprattutto a capire.
Con lui era facile comunicare i propri pensieri, le preoccupazioni e le paure. Sapeva ascoltare, rinfrancare e consigliare.
Una guida insostituibile per i suoi figli ed un esempio da imitare, ma anche un amico e un compagno di giochi.
Un uomo tutto casa, famiglia e lavoro. Era riuscito, dopo anni di lavoro dipendente, a mettersi in proprio e a costituire diciassette anni fa una piccola azienda che portava avanti da solo. Solo negli ultimi tempi qualche volta richiedeva l’aiuto dei figli Alberto e Daniele.
Era soddisfatto del suo lavoro che procurava alla sua famiglia sicurezza e benessere. Ma appena poteva si prendeva una pausa e tutti insieme partivano per qualche giorno di vacanza. Una persona semplice, appassionato di calcio e di formula uno, ma la sua vera passione era la moto.
Amava molto correre in motocicletta che utilizzava appena poteva, anche con la moglie, la domenica o il sabato pomeriggio, per brevi gite.
Un compagno di vita, buono, sensibile, espansivo.
Il figlio Alberto, il maggiore, timidissimo da bambino, lavorava già come meccanico, ma il suo desiderio era quello di unirsi al papà, attratto anche da quel rapporto di amicizia che si era sviluppato.
Come la maggior parte dei ragazzi, Alberto era vivace ma affettuoso, si era impegnato e aveva giocato per diverso tempo nell’Azzate Calcio.
Era una famiglia serena, senza pretese, unita saldamente ai parenti stretti, che si permetteva ogni tanto una breve vacanza.
Alberto era affascinato dalla figura del papà. Lo seguiva in tutto, condivideva, pur con le proprie idee, gli sport e le passioni. Il calcio, le gare motociclistiche.
All’inizio di novembre era stata programmata una breve vacanza per trovare gli amici in Belgio, ed era stata rimandata per permettere di terminare un lavoro che il papà aveva assunto. Quel primo di novembre 2002, sia Alberto che il fratello Daniele avevano aiutato il papà per terminare il lavoro nei tempi dovuti. Era un venerdì e, al di fuori del previsto, l’impegno era terminato nella mattinata.
Era il primo novembre del 2002 e Mario, come ricompensa per se stesso e per il figlio maggiore aveva proposto un giro in motocicletta.
Mario e Alberto, verso le 13,30 partivano da casa per percorrere qualche decina di chilometri.
Gli ultimi, terminati tragicamente, nel primo pomeriggio, in un incidente stradale.
Cari Mario ed Alberto, siamo fermi ancora a quel giorno, sentiamo la vostra presenza in ogni momento e in ogni luogo e sarete con noi per sempre.
Rosalba, Valentina e Daniele
Un amore si libera e rimane anche se te ne vai
mi sembra impossibile, un amore invincibile
e dolore, e dopo che sarà
io non lo so
ero nel cielo e ho perso le ali, cosa farò?
E questo amore che porta il tuo nome dimenticherò
se la farò, ma adesso no
Voglio pensarti una notte ancora.
E la solitudine una droga per l’anima
non averti e non cercarti più
Cominciare a sorridere e pensare
che ci sarà un amore che non sei tu.
Ci proverò
Dal tuo ricordo non posso scappare, ma ci proverò
lasciami sognare che ti rivedrò.
Se bastasse la volontà per cambiare la realtà
con te potrei riuscirci io.
Con la voglia di vivere e morire
di te, di questo amore mio.
Ce la farò, ma adesso no.
Il tempo passa e ce la farò
con il tempo ci riuscirò,
ma adesso no.
da chi ti ha amato con il cuore
Betta
A volte non basterebbero mille parole,
per poter esprimere ciò che abbiamo dentro
A volte non basterebbero mille gesti,
per far capire ciò che sentiamo veramente
Ma tu accetta almeno questo.
Un piccolo pensiero…
un dono che ci viene spontaneo,
e con amore.
Un piccolo pensiero…
per poter esprimere
tutto il bene che vi vogliamo.
Un piccolo pensiero…
per due grandi amici,
che hanno dato tanto a noi
e che sono riusciti a dare tutto il proprio amore
per il bene della propria famiglia.
Con affetto dai suoi più cari amici

Da uno scritto lasciato sul luogo dell’incidente

Buongiorno,
sono un ragazzo di 27 anni e mi chiamo Marco.
Spesso mi capita di passare a questi candidi fiori che voi rinnovate con così tanta attenzione e cura.
Caso, fato o destino che dir si voglia ha fatto sì che passassi da qui anche quel terribile giorno, mentre mi recavo al lavoro.
Sono, o meglio ero un motociclista, e non proprio uno di quelli che si possa definire tranquilli. Quando ho visto quella moto sull’asfalto ho pregato perchè non fosse successo nulla di grave.
Poi, però, passando accanto, mi sono reso conto della situazione e sono rimasto triste. Così è stato per i giorni seguenti, quando ho saputo che alla guida di quella Ducati c’era un padre con il proprio figlio.
Ogni qualvolta passo vicino a questi splendidi fiori, spontaneo sorge in me un senso di vicinanza…
… ed il pensiero vola lassù alle beate anime che vi assistono e vi guardano.
Scrivo per un mio desiderio, per un segno di fratellanza.
Auguri di cuore
Marco

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