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Richiesta di maggior attenzione da parte dell’autorità garante sulla pubblicità

Lonate Ceppino, 22 agosto 2006

al Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi

Piazza Porta Pia 1 – 00198 Roma

al Ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro

Piazzale Porta Pia, 1 – 00161 Roma

al Ministro dell’Interno Giuliano Amato

Palazzo del Viminale – 00184 Roma

all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

Piazza G. Verdi, 6/a – 00198 Roma

Ai singoli Parlamentari

Alla Stampa

Oggetto: richiesta di maggior attenzione da parte dell’autorità garante sulla pubblicità

Il sottoscritto Ernesto Restelli presidente dell’”associazione familiari vittime per una strada che non c’è” e Lilia Gaviani presidente dell’associazione Europea Familiari vittime della strada hanno rilevato, anche su indicazione di cittadini, che in questi ultimi periodi sono state trasmesse dalle reti televisive una serie di pubblicità, di ditte diverse, che inducono ad amplificare comportamenti condannabili perchè sono alla base di una cultura che non si coniuga con i concetti di sicurezza stradale.

Sono ben conosciute queste pubblicità, ultima quella di una marca di chewing gum, che, per risaltare la sua capacità di dare bianchezza e lucentezza ai denti, veicola un altro concetto deleterio: se hai problemi con il photored usa la chewing gum che rendendoti i denti talmente bianchi ha la capacità di bruciare le foto del dispositivo di controllo.

In sostanza i giovani possono assorbire il principio di trovare un modo per invalidare il controllo che serve chiaramente quando si infrangono le norme di sicurezza. Si trasmettono degli assurdi abbinamenti logici che non reggono sul piano reale né su quello della finzione filmica: che significato ha calare le qualità di una chewing gum in un contesto che invita alla trasgressione.

Come associazioni familiari vittime della strada ci impegniamo in modo continuo e determinato, a livello di volontariato, per affermare il diritto della vita sulle strade. Comprendere le cause, le circostanze e le conseguenze degli incidenti è uno degli obiettivi che concorrono a ridurre il numero delle vittime e rimaniamo allibiti per il modo con cui vengono utilizzati i mezzi di comunicazione.

Ci angoscia vedere come la nostra attività e il nostro impegno possano essere vanificati da un sistema pubblicitario non corretto di informazione che propina molte volte valori impensabili e devianti rispetto alla realtà che è caratterizzata, in Italia, da 8000 morti all’anno sull’asfalto.

Come emerge dalla Carta Europea della Sicurezza Stradale le Istituzioni “devono impegnarsi, nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità, in modo tale da accelerare i progressi nel campo della sicurezza stradale”.

Contro questa catastrofe che non è comprensibile nella sua reale dimensione attraverso i mezzi di informazione, contro queste tragedie che coinvolgono per larga parte i giovani e nascondono spesso nell’anonimato il dolore lancinante di tante famiglie private, in un attimo, di una vita e di tante speranze, si ritiene fondamentale sollecitare, come auspicato dalla Carta Europea della Sicurezza Stradale, un autentico salto di qualità perché si interrompa la strage e non si perpetui nelle famiglie il dramma del dolore dovuto a perdite che potrebbero essere evitate.

Gli obiettivi di cambiamento che l’Unione Europea si è data, e specialmente i paesi del nord come la Svezia che si sono posti il programma vision zero ( annullare il numero dei morti sulle strade), sono contrastati da chi, per questioni di interesse, per favorire l’aumento delle vendite di un prodotto e il guadagno, manipola la realtà mettendo in subordine la sicurezza stradale e di conseguenza la vita.

Noi riteniamo che le associazioni e più in generale i cittadini non debbano essere impegnati continuamente ad individuare tutti i messaggi pubblicitari che sono portatori di una non cultura della sicurezza.

Siamo fermamente convinti che il garante, con l’autorità che gli compete, debba visionare e censurare preventivamente tutte quelle pubblicità che non promuovono la cultura del rispetto della vita propria e degli altri e che vengono rappresentate pubblicamente e, purtroppo, assorbite in particolar modo dai giovani.

Pertanto a tutte le autorità in indirizzo chiediamo che le pubblicità siano valutate con un diverso rigore e ammesse alla rappresentazione pubblica solo se non sono in contrasto, neppure indirettamente, con la sicurezza in generale e, nel nostro caso, stradale.

rimaniamo in attesa di un Vostro riscontro e porgiamo

distinti saluti

Il presidente dell’Associazione familiari Vittime per una strada che non c’è

(Ernesto Restelli)

Il presidente dell’Associazione Europea Familiari Vittime della Strada

(Lilia Gaviani)

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