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Roberto Canato

Una mamma e un papà che amavano il loro unico figlio più di se stessi.
Aspettato per lunghi tredici anni, ha portato tanta gioia quel 6 marzo 1975!!
Ma quello straziante e indimenticabile 19 luglio 1991 un tragico maledetto incidente stradale tra Fagnano e Valle per Gorla, di cui mai sapremo la verità, lo portò via per sempre da loro.
Ma la coscienza di chi restava non si è mai aperta!!!
La giovinezza di Roberto fu infranta quando tutto le sorrideva, lo portò lontano la morte, ma non lo separò dall’amore dei suoi genitori, che ripetono ogni giorno il suo nome.
Ci hai lasciato in un grande dolore che non ha confini, Robi; ci manchi tanto, la casa, dove tutto ricorda te, è vuota e silenziosa.
Sentiamo il tuo spirito che ci veglia e ci accompagna, aiutaci, dai a noi la forza di continuare a vivere.
E l’alba di ogni giorno ti porti il nostro saluto, l’ultimo rintocco delle campane ti porti la buona notte.
Ciao Robi.
la tua mamma e il tuo caro papà

La classe terza D ricorda Roberto come il migliore

Era un ragazzo sicuro di sé e sapeva sempre quello che faceva.

Za Fabio

Era un ragazzo intelligente, simpatico, sicuro di quello che faceva

Bo M

Non ci sono parole che possano descrivere Roberto. Era semplicemente un ragazzo d’oro ed un amico sincero.

Cristian

Roberto era un ragazzo intelligente e simpatico, ma, oltre a queste doti, si rendeva disponibile a risolvere i problemi dei suoi compagni.

Colombo Alfredo

Sinceramente io Roberto non lo conoscevo bene, ma dal suo aspetto esteriore sembrava un ragazzo sembrava sempre disposto ad aiutare chiunque avesse bisogno.

Valentina M

Roberto era un ragazzo molto simpatico e sempre pronto ad aiutare chi era in difficoltà. Non agiva mai a sproposito, ma prima di agire o parlare usava sempre la testa.

B Matteo

Non conoscevo Roberto molto bene, ma posso dire che di sicuro sapeva essere molto simpatico ed era sempre convinto di quello che sapeva.

Valota Giuliano

Roberto non avrebbe mai fatto qualcosa senza esserne sicuro e senza averci prima pensato.

Luca Foglia

Roberto ho incominciato a conoscerlo in questo ultimo anno scolastico: era un ragazzo intelligente, molto simpatico che con le sue semplici battute metteva allegria anche nei momenti meno opportuni.

Luca B

Roberto era un ragazzo molto aperto e simpatico, sapeva mettere allegria in qualunque circostanza, mostrandosi sempre pronto ad aiutare chiunque ne avesse bisogno.

Federica Busne

Roberto era un mio amico molto simpatico e felice di essere al mondo, sapeva dare allegria ed era sempre contento di andare a scuola. Era un buon compagno.

M Gianluca

Roberto era un ragazzo che sapeva mettere allegria anche nei momenti più noiosi della giornata. Era bello stare con lui.

C Massimo

Era il mio migliore amico; passavo tutta la giornata da mattina a sera con lui e credo che il Signore lo abbia voluto al suo fianco perché era completo, il migliore. Non meritava questo.

Paganini Emiliano

Con la sua morte non è svanito solo il suo futuro, ma anche il mio.
Io e Roberto abbiamo passato insieme dieci anni di scuola ed ho avuto la possibilità di conoscerlo bene. Posso dichiarare che era il migliore. Lo invidiavo perché riusciva sempre ad affrontare qualsiasi problema con sicurezza, perché è cresciuto e maturato troppo in fretta.
Forse proprio per questo il Signore lo ha voluto con Sé.

Mirko

E’ difficile accettare quello che è successo e non si potrà MAI dimenticare un ragazzo come Roberto. Riusciva sempre a sdrammatizzare le ore più noiose sui banchi di scuola…
Era unico!

Ilaria Tognola

Ciò che è stato scritto finora dai miei compagni ha definito la personalità di Roberto: buona, espansiva, allegra. Roberto era un ragazzo sereno, per lui non vi era un attimo d’incertezza.
Riusciva a farsi amare da ognuno e agiva sempre usando

Anna Borghi

Ci è un po’ difficile, a distanza di qualche anno, parlare di Roberto e descriverlo nella sua quotidianità scolastica. Certamente il ricordo che abbiamo di lui è bello.
Era un ragazzo inserito in una buona classe; scolasticamente impegnato e dotato di buone capacità che sfruttava in modo adeguato. Aveva buoni rapporti con i compagni, si mostrava allegro e vivace, capace di scherzare e, quando necessario, di essere solidale.
Molto interessato ai valori proposti dal Cristianesimo, partecipava con interesse e vivacità all’ora di religione.
Affettuoso e rispettoso, ha sempre mantenuto vivo il rapporto con gli insegnanti, anche dopo aver lasciato la scuola media. L’incontro con lui era sempre lieto, talvolta scherzoso, ma sempre affettuoso. Si avvertiva, incontrandolo,piacere e soddisfazione; il piacere e la soddisfazione dell’insegnante che vede un suo ex alunno crescere, restare sempre un buon ragazzo e vederlo capace di affrontare con fermezza e coerenza le difficoltà che ogni adolescente trova sulla sua strada.

Scuola media di Cairate

PER ROBERTO

E’ duro accettare la realtà,
ma bisogna ugualmente farlo.
Purtroppo non basta versare lacrime,
la ferita che ha sfregiato il proprio cuore,
non riuscirà mai a rimarginarsi.
Anche in futuro non si dimenticherà,
il ricordo riuscirà sempre a farla sanguinare.
Era arrivato il suo momento,
troppo presto è vero,
ma è arrivato!
Era giovane,
un ragazzo pieno di vita,
ma il destino ha voluto così.
Ha voluto toglierlo da questo mondo,
per mandarlo sicuramente
in un mondo fantastico,
pieno di pace,
pieno di gioia
e pieno di amore.
Ora è là,
che vola tra la tranquillità e l’armonia,
con tanti amici nuovi.
Ma anche se non si vede
rimarrà per sempre nel proprio posto
indicato del nostro cuore!
un’amica
Chi scrive queste righe è stato per cinque anni (dalla 1° media alla 2° superiore) catechista di Roberto.
Mi è difficile mettere per iscritto quello che si era costruito tra me e Roberto, anche perché è presente il rischio di non comunicare un’immagine reale di chi lui è stato.
Ciò che più di tutto dà l’idea di quanto fosse legato e coinvolto con i suoi compagni è l’enorme folla di adolescenti che ha partecipato al suo estremo saluto. C’erano tutti: i ragazzi dell’oratorio e quelli che dalla vita di chiesa si sono “allontanati”, quelli di Cairate e i nuovi compagni che aveva conosciuto da quando frequentava la scuola superiore. Ognuno di loro ha vissuto quei momenti con intensità e coinvolgimento differenti, ma in tutti era vivo il ricordo di un amico e di un compagno con il quale avevano condiviso momenti gioiosi della loro esistenza.
Roberto non è stato un ragazzo “diverso” e “lontano” dai suoi coetanei e dagli adolescenti dei nostri paesi. L’entusiasmo per le cose (il calcio, il ballo) ne avevano fatto una figura di riferimento per i compagni in un’età che ha grande bisogno di modelli da imitare.
Gli anni dell’adolescenza che ha vissuto e che lo avevano aperto alla scoperta sempre più responsabile della vita erano stati impostati non su binari di straordinarietà, ma sulla via di fare “bene” le cose ordinarie di tutti i giorni.
La scuola, il calcio, il divertimento li viveva con l’entusiasmo e l’impegno possibili per un buon adolescente. In questa età nella quale è facile un certo distacco dalle “cose della religione”, Roberto era rimasto fedele sia ai momenti della eucaristia domenicale, sia alla catechesi settimanale; quando quest’ultimo anno gli allenamenti del pallone gli impedirono la partecipazione a quest’ultimo appuntamento lui dimostrava il suo rincrescimento.
L’essere presente in molte attività lo avevano messo a contatto con ragazzi di ogni tipo e di ogni storia; le parole e l’amicizia gli erano normali e spontanee con tutti: sia con quelli che erano rimasti legati all’esperienza dell’oratorio, come pure con quelli che avevano impostato la loro vita solo sul “piacere effimero”. Prova di questo legame è la continua vicinanza tra tutti i suoi amici e papà Romolo e mamma Fiorina.
Il suo ricordo e il suo “esempio nella quotidianità” – che è possibile vivere l’adolescenza in modo proficuo senza rinunciare alla gioia – hanno riavvicinato alcuni degli amici un po’ “sbandati” a quelle domande dalle quali in questa età si rifugge: perché vivo? per chi vivo?
Non ho ricordato fatti particolari dei cinque anni nei quali ci siamo conosciuti, ma se ciò fosse necessario rimango disponibile – per quanto mi è possibile – per integrare queste righe.
Lorenzo Simonelli
Gallarate, 25-07-91
Carissimi genitori di Roberto,
non penso che esistano parole per esprimervi la mia vicinanza nel vostro immenso ed incolmabile dolore. Era da giorni che desideravo esternarvi per iscritto il mio più profondo cordoglio, ma rabbia, sgomento, incredulità e tristezza mi frenavano nel mio slancio.
Ora, però, dopo il funerale non ce l’ho più fatta : è come se sentissi qualcosa dal profondo del cuore che mi spinge a scrivervi, è come se una voce mi dicesse che ho il dovere di dirvi qualcosa.
Forse è solo la commozione del momento, ma è da giorni che sento questa voce che quasi mi tormenta, per cui perdonatemi se concedo un po’ di spazio a questo mio subcosciente che ha voglia di esprimersi.
Ho conosciuto Roberto e voi qualche anno fa, quando allenavo a Cairate, ed è nata una certa simpatia e una certa stima reciproca che si è poi protratta nel tempo. Non abbiamo più avuto modo di frequentarci o di approfondire un certo dialogo, ma quel rapporto di stima e di simpatia si è consolidato ogni volta che ci si vedeva, anche occasionalmente, in particolare durante gli incontri di calcio. E ciò è una cosa che fa sempre piacere.
Ora, in questo particolare momento, mi sento incredibilmente coinvolto; molto più di quanto voi possiate immaginare (e la cosa sorprende anche me); emotivamente mi sento come uno che ha perso il suo fratello minore.
Posso dire che ho avuto poco tempo per conoscere Roberto, se non in quei pochi allenamenti che lui ha voluto fare con la squadra che allenavo a quel tempo, che era poi quella immediatamente superiore (come età) alla sua. Eppure quelle poche volte ho avuto modo di trarre un buon profilo di questo ragazzo: caparbio, volenteroso, tecnicamente dotato, un po’ “gasato” , come si usa dire, ( ma mai indisciplinato o indisponente), con tanta voglia di apprendere e di mettersi in mostra; e soprattutto con una gran carica vitale, che lo metteva in risalto.
Senza dubbio queste doti le ha ereditate da voi, cioé da coloro che gli sono sempre stati vicini, senza mai fargli mancare quell’affetto e quella carica che gli permettevano di rendersi sempre brillante e di affrontare con sicurezza e spavalderia ogni situazione.
Con due genitori così, chi non si sarebbe “gasato”.
Ora però lui non è più qui, o per lo meno fisicamente non c’è più: ma il suo spirito c’è, eccome, perché vive con voi; perché la sua eredità è proprio quella carica vitale che sapeva infondere agli altri; perché ora siete voi che dovete raccogliere ciò che lui in questo breve lasso di tempo “vi ha insegnato”.
Scusate questa espressione, ma penso che anche un ragazzo di 16 anni possa insegnare qualcosa anche agli adulti … o sbaglio?
La sua “voglia di vivere” deve continuare con voi e con tutti quelli con cui verrete in contatto, perché questo è il suo principale messaggio.
Come ha detto anche il prete durante la predica, “lui vive” e non vuol più vedervi afflitti: secondo me, ora è con voi più che mai … non deludetelo! Permettetegli di “gasarsi” anche agli occhi di Dio!!! Non chiudetevi invoi stessi, non cambiate il vostro modo di essere: siate come prima o meglio di prima, anche perché ora è lui che veglia su di voi! Certo che umanamente è proprio difficile cercare di capire ciò che Dio vuole da noi ed è ancora più difficile dire “sia fatta la Tua volontà”, … soprattutto quando la prova è così grossa.
La nostra speranza e la nostra fede sono l’unico appiglio che ci permette di mantenerci ancora in contatto con Dio e, tramite Lui, con Roberto.
Scusatemi se mi sono dilungato troppo; scusatemi se mi sono permesso di scr
ivervi; scusatemi se mi sono permesso di accostare Roberto ad un fratello minore; scusatemi, … ma grazie di avermi ascoltato.
Marco Iosini

Lido di Spina, 21- 7- 1991

Cari Romolo e Fiorina,
abbiamo appreso della terribile disgrazia che vi ha colpiti nell’affetto più caro.
Una sensazione di dolore ci spinge a scrivervi queste poche righe per esternarvi la nostra più affettuosa partecipazione.
In questo tragico momento non vi sono parole che possano lenire il vostro dolore; cosa possiamo dirvi? Abbiate fede e pensate che il vostro caro Robertino , anche se non è più con voi, di lassù vi sarà sempre vicino.
Un caro saluto e sincera partecipazione.
Lucio Milly e Flavio Merlini

Siavonga, 26– 8- 1991

Carissimi Fiorina e Romolo
Il Dio della pace sia nei vostri cuori!
Vorrei esservi vicino per abbracciarvi e dimostrarvi così la mia profonda condivisione al vostro dolore per la partenza così prematura di Roberto.
Sappiate comunque che prego per voi e per lui ogni volta che celebro la S. Messa.
Facendo così condivido anche la vostra e nostra speranza di condividere insieme la gioia eterna con il Signore.
La mia quotidiana condivisione della sofferenza di questi fratelli poveri mi aiuta a confidare di più nel Signore e a capire che non c’è cosa al mondo che possa farci felici se non il sapere che Dio ci ama ed è dalla nostra parte.
In questi due anni della mia permanenza ho visto tanti bambini e ragazzi, donne e uomini morire per mancanza di cibo sufficiente, per mancanza di medicine, stroncati dal colera e dall’A.I.D.S.
Il nostro lavoro paziente è quello di aiutarli a tenere alta la speranza nel Dio che tutto può e che tutto volge al bene per coloro che lo temono.
La venuta di mamma mi ha dato gioia e coraggio nel portare avanti l’opera per la quale il Signore mi ha chiamato. Da lei potrete sapere meglio come mi trovo.
Non mi resta che salutarvi e darvi un arrivederci all’anno prossimo.
Il Signore vi benedica
Vostra Suor Maurizia
13 maggio 1992
Carissimi coniugi Camato,
oggi festa della 1° apparizione della Madonna a Fatima, penso a voi toccati da un
grandissimo dolore.
Il mio pensiero corre a voi perché lo stesso vostro dramma l’ha sofferto anche Maria, nostra Madre, vedendo suo figlio salire sulla croce. Ha saputo dire “si” alla volontà del Padre, anche se fu una prova lacerante.
Ogni tanto vostro papà fa celebrare la Messa in ricordo di Roberto, ed io in quel momento mi sento vicino a voi, quasi per dirvi che attraverso la preghiera ci sentiamo veramente vicini ai nostri cari.
Roberto era un bravo ragazzo ed è per questo che dovete avere la forza di ricordarlo con serenità.
In pochi anni ha saputo conquistarsi l’amicizia e l’affetto di tante persone. Dio sicuramente l’ha chiamato per intercedere per noi!
Non siete soli nel vostro dolore, tante persone sono accanto a voi.
Dio vi ha chiamato ad una grande missione: donare la vostra vita a qualcuno: a Roberto prima e adesso amore a Lui per mezzo del vostro servizio alla comunità.
Non rinunciate alla vita. Ha ancora senso il vostro amore, il vostro aiuto, il vostro donarvi.
Avete la possibilità di fare tanto bene, per quell’amore che vi lega ancora fortissimamente a Roberto. Egli sarà gioioso nel vedervi capaci di amare, soffrire, servire per qualcuno, perché è presso Dio, ama e capisce le cose di Dio.
Coraggio, non disperate.
Pur comprendendo il vostro indescrivibile dolore, vi chiedo un atto di coraggio: nonostante tutto, continuate ad avere fede. Dio non può deluderci.
Vi saluto caramente nell’attesa di vedervi al più presto e vi assicuro la mia preghiera. Con amicizia.
Don Romano

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