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Amministrazioni Comunali

Busto A., 3 maggio 2006

Egr. Sig. Prefetto della Provincia di Varese

Egr. Sig. Commissario Prefettizio del Comune di Varese

Egr. Sig. Comandante della Polizia Locale di Varese

p.c. Egr. Presidente della Provincia di Varese

(pregasi stampare e consegnare la mail alle autorità in indirizzo)

Alla Stampa

Oggetto: Cartelli pubblicitari – lettera aperta

Noi sottoscritti rappresentanti dell’associazione familiari e vittime per una strada che non c’è facciamo presente che l’associazione in intestazione è iscritta- nella Sezione Regionale del Registro Generale Regionale del Volontariato – sezione A) Sociale e sezione B) Civile al n° progressivo 3036 con decreto n° 7259 del 12 maggio 2005 e nel Registro Regionale delle Associazioni di solidarietà familiare al n° progressivo 603 con decreto n° 4918 del 04 aprile 2005.

Avendo avuto diverse segnalazioni, da parte di cittadini, riguardanti i cartelli pubblicitari installati sul viale Belforte di Varese, che sono messi trasversalmente all’asse stradale, ne denunciamo la posizione ravvicinata, per alcuni la distanza non supera i 5 metri, e alleghiamo, solo con l’obiettivo di migliorare la sicurezza, la documentazione fotografica rilevata. Sottolineiamo che molti cartelli, in modo da avere una facile individuazione da parte dei conducenti, sono posti in curva e per alcuni momenti sono visti perpendicolarmente alla direzione di marcia. Evidenziamo che, tanto più la loro visibilità è accentuata, tanto più ne subisce l’autista in termini di attenzione del controllo della guida.

L’art .23 del Codice della Strada che interessa la “Pubblicità sulle strade e sui veicoli” –recita:”1. Lungo le strade o in vista di esse è vietato collocare insegne, cartelli, manifesti, impianti di pubblicità o propaganda, segni orizzontali reclamistici, sorgenti luminose, visibili dai veicoli transitanti sulle strade, che per dimensioni, forma, colori, disegno e ubicazione possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità o l’efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l’attenzione con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione; …”

Pur considerando che l’art. 23 , comma 6, prevede che i comuni abbiano la facoltà di concedere deroghe alle norme relative alle distanze minime per il posizionamento dei cartelli e degli altri mezzi pubblicitari “nel rispetto delle esigenze di sicurezza della circolazione stradale”, sottolineiamo che l’art. 41 della Costituzione Italiana precisa che “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana…”

Rilevato, non solo secondo la nostra valutazione, che la pubblicità in oggetto possa esercitare una negativa influenza sugli utenti a cui è rivolta chiediamo che vengano fatti, in tempi brevi , gli interventi previsti dal Codice della Strada.

In attesa di un vostro sollecito riscontro, porgiamo

distinti saluti.

Per l’Associazione

Ernesto Restelli

Manola Scodeggio

Wanda Zanetti

Paolo Bossi

Cristiano Medeot

Silvana Calò

Antonietta Di Cataldo

Il Photored di Tradate

Egr. Sig. Sindaco del Comune di Tradate

Egr. Sig. Vicesindaco del Comune di Tradate

Egr. Sig. capogruppo dei DS

alla STAMPA

oggetto: Promuoviamo la vita anche con mezzi deterrenti come le fotocamere ai semafori

Da un’iniziativa dei DS di Tradate che contestano la presenza della fotocamera all’incrocio delle cinque strade nella stessa città, vogliamo rimarcare come Associazione familiari vittime della strada che sono troppi coloro che non osservano le normative e che possono mettere a rischio la vita degli altri e la propria.

Certamente che la soluzione passa per l’educazione permanente al rispetto della vita sempre e dovunque e per altri interventi che garantiscono la sicurezza. Occorre intervenire in modo incisivo in tutte le scuole, a partire da quelle materne per insegnare, oltre alla necessaria normativa, il rispetto della vita, la capacità di valutare il rischio, di ipotizzare il significato di un’azione rispetto ad un futuro immediato. Ma una domanda contraddittoria rimane.

Come faranno ad essere credibili gli adulti senza una prova testimoniata: insegnare ai ragazzi a cambiare un mondo sociale di cui loro sono gli autori? Certo, i 24 conducenti che ogni giorno, a Tradate, a un semaforo passano con il rosso non sono solo alunni o studenti. E agli altri semafori di Tradate si conosce quanti passano con il “rosso”.

Le soluzioni sono molteplici (rotatorie, revisione della viabilità, ecc), ma al momento, in mancanza di altro, pensiamo che dei genitori siano felici che il figlio, dopo una o due multe, riveda la sua concezione del rispetto della vita e non che sia esente dalle multe perchè la fotocamera è stata tolta. Mettere strumenti che multano i cittadini che non rispettano le regole coinvolgendo la vita degli altri è un atto coraggioso, che può essere impopolare.

Non vorremmo che la proposta di togliere la fotocamera celasse quella gravissima deviazione che è costituita dalle iniziative dell’uomo politico che vuole compiacere i potenziali elettori; quindi il via libera al semaforo “non controllato”, così da “chiudere un occhio” in modo da presentarsi “garantisti”, non apparire troppo repressivi nei confronti dei cittadini del proprio paese o città; (nessun amministratore vuol perdere voti perché ha condizionato o limitato la libertà dei propri elettori – sino ad arrivare alla situazione vergognosa di Milano dove sono state registrate ben 300.000 violazioni nell’uso delle corsie preferenziali prima che qualcuno decidesse di intervenire).

Certo sostituiamo i semafori con le rotatorie, dove è possibile per questione di spazio, ma nel frattempo non possiamo limitarci a sperare che non accadano incidenti mortali. La Varesina è considerata la strada della morte. Sono oltre 30 le vittime sul tratto tradatese. Il comunicato propone la presenza periodica degli agenti.

Forse i proponenti non conoscono, che i Corpi di polizia stradale e municipale hanno un organico insufficiente rispetto ai bisogni, e a volte senza le necessarie disponibilità economiche. In alcune città in modo paradossale, per sostenere la manutenzione delle automobili dei corpi di polizia stradale, gruppi di cittadini hanno organizzato in modo simbolico una colletta tra la popolazione. 1602 sono le vittime, residenti in provincia di Varese, morte dal 1987 al 2000 in incidenti stradali. Il numero, rilevato dalle schede sanitarie, è terribilmente impressionante.

Come se fosse scomparso un intero paesino. La media, in riferimento all’età, rimane stabile: 30% sono i giovani al di sotto dei trent’anni che sono morti, il 38 % sono stati coinvolti nella fascia oraria dalle 22 alle 6. Periodo in cui, tra l’altro, si attribuiscono sistematicamente ed insistentemente gli eventi a cause imputabili ai giovani e ai semafori. Dovremmo chiederci come faremo a diminuire del 50% le vittime in 5 anni, obiettivo dell’Unione Europea.

La comunicazione n. 311 della Commissione Europea per la sicurezza stradale prevede un sistema, entro il 2008, di rilevamento della posizione delle auto attraverso il satellite Galileo, con la raccolta e la diffusione dei migliori studi sulla sicurezza delle infrastrutture, soprattutto in ambiente urbano. Occorre ricordare qualche dato ISTAT: nel 1999 gli incidenti stradali sulle autostrade sono stati il 6,5 % e sulle strade statali il 9 % , contro il 74,6 % delle strade urbane. E oggi queste percentuali non sono cambiate sostanzialmente. Interveniamo con tutti i mezzi: l’obiettivo è quello di salvare vite umane.

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