Per Michele Restelli di anni 21
(31 agosto 1981 – 28 maggio 2003) Lonate Ceppino
17 agosto 2003
Sono trascorsi già tre mesi dal giorno dell’incidente di Michele. Ogni giornata è sempre più difficile da vivere, il dolore per l’assenza di Michele diventa intollerabile, le lacrime sembrano inesauribili, ma mi danno sollievo. Quanto vale una vita ? Sentimenti, fatica, aspettative. Quanto vale la vita di un figlio? Quanto in amore e gioia, in ansie e paure? Quanto in progetti e speranze? La vita di un figlio è la tua stessa vita e ancora di più. E quando finisce, anche la tua vita si spezza. Una parte di te muore con lui, l’altra sopravvive per farlo rivivere nei tuoi ricordi. Ogni cosa si svuota di significato, sembra che niente abbia più senso. Giorno dopo giorno le stesse domande senza risposta. Giorno dopo giorno la consapevolezza dell’irreversibilità della tragedia che non accetti, ma a cui non puoi sfuggire. Giorno dopo giorno l’angoscia e il senso di vuoto si accrescono sempre più. E sai che niente sarà più come prima.la mamma Silvana
20 agosto 2003
Sai Michele, oggi il nonno ha compiuto novanta anni. Gli abbiamo preparato una torta per festeggiarlo. Alcuni conoscenti e anche don Gino, che gli ha cantato “Tanti auguri…”, sono venuti a trovarlo. Credo che sia stato giusto così, ma quanto dolore nella nostra casa! Quanto ci manchi, Michele! Sono tante le cose che ci riportano in continuazione a te. Tutto di te ci manca, il tuo sguardo, i tuoi occhi, la tua voce, le tue abitudini, le tue piccole manie, e, anche se ti “vediamo” ancora aggirarti per casa, ci manca terribilmente la tua persona, ne avvertiamo l’assenza con un dolore profondo e lacerante, indescrivibile ed indicibile. Adesso che non sei più fisicamente con noi la nostra casa senza la tua chitarra è silenziosa e incredibilmente vuota, solo piena di ricordi. E’ contro natura sopravvivere ai propri figli! Ci sembra profondamente ingiusto che proprio tu, il più giovane della famiglia, sia morto per primo. Come sono vere queste parole, che sembrano scontate. Ancora oggi, dopo tre mesi, ci sembra incredibile ed assurda la tragedia che così improvvisamente ci ha colto impreparati e ti ha portato via per sempre. Gli amici e noi stessi cerchiamo di consolarci pensando che, per il breve tempo che ti è stato concesso di vivere, hai vissuto intensamente, con entusiasmo e passione, e sei riuscito a realizzare, in parte, il tuo desiderio di essere un “artista”, esibendoti in concerti in locali e nelle piazze di paesi con i diversi gruppi musicali di cui hai fatto parte. Io credo che ci ritroveremo e che ci sarà un motivo, per la tua morte e per tutta la sofferenza che ne deriva, che noi non riusciamo a comprendere, ma che un giorno ci verrà spiegato. Oggi, pensando a te, mi sono venute queste parole. Rivederti bambino è una gioia per gli occhi e per il cuore. Ripensarti adolescente riporta in superficie tenere emozioni, ricordi sopiti, fantasie segrete. Alle soglie della giovinezza quanti sogni, progetti, speranze. Poi, all’improvviso, più niente. Finisce la vita, svaniscono i sogni, restano nell’aria i progetti, rimangono solo parole le speranze. E’ il presente la realtà. Il domani è vago, incerto e molto lontano. Michele, bambino mio, sei sempre e sarai sempre dentro di me.la mamma Silvana
14 settembre 2003
C’è atmosfera di gioia, oggi, nell’aria. Domenica mattina: rumori di una gara nelle vie del paese, campane che suonano a festa, voci liete sulla strada. Ultimi giorni d’estate. La vita continua il suo corso, come sempre. Quella notte… il tempo si è fermato solo per te: mai più concerti, né partite al biliardo con gli amici, mai più sogni da rincorrere, né speranze da condividere. Per noi, da allora, la vita non è più la stessa. All’apparenza, tutto sembra procedere come prima: sempre uguali le frasi ripetute, sempre i soliti gesti, sempre gli stessi sguardi. Ma il dolore per la tua perdita Michele si fa, ogni giorno, più insopportabile. Col tempo la tua assenza sempre più definitiva, sempre più grande la nostalgia di te. E vivere diventa, giorno dopo giorno, più difficile.la mamma Silvana
28 aprile 2004
Oggi sono 11 mesi che Michele è morto e ancora mi sembra incredibile.
Nostalgia Ti assale all’improvviso, inaspettata. Ti sorprende, dopo una giornata senza troppi pensieri, all’imbrunire. Lento e inesorabile ti penetra un dolore sottile. Una pena sconfinata e silenziosa. I ricordi appaiono lontani e insieme vicini. Parole d’altri tempi ritornano. La solitudine ti invade e occupa spazi sempre più grandi intorno. E il cuore pesa ogni giorno di più.la mamma Silvana