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Presidio in via Battisti a Venegono Superiore

Il 4 febbraio 2007 si presidiata la via C. Battisti a Venegono Superiore (VA) per chiedere che la provinciale venga messa in sicurezza.




Riportiamo alcune lettere inviate alle autorità per chiedere sicurezza:

Al Sig. Sindaco di Venegono Superiore
al Presidente della provincia di Varese
al sig. Prefetto della provincia di Varese
“MARIANNA, 23 anni dicembre 2006, LUCA, 14 anni, giugno 2005 e poi i CONIUGI ROMANAZZI, MORTILLARO, LAURI, ACQUAVIVA, MARUCA, ANDREA PIGAZZINI, e ancora, dobbiamo verificare se non vi sono sovrapposizioni, non avendo i nominativi:
1990 M 46 anni deceduto
1991 M 20 anni deceduto
1993 M 18 anni prognosi riservata
1997 18 anni prognosi riservata
2003 M 16 anni prognosi riservata.
Deceduti tutti in via C. Battisti, una provinciale, su un tratto non più lungo di tre chilometri.
Domenica 4 febbraio 2007 alle ore 15 un gruppo di familiari che hanno perso i loro cari sull’asfalto presiederà la via in segno di sdegno per l’indifferenza di coloro che sono
preposti alla salvaguardia della salute sulle strade.
Siamo solidali con la manifestazione e chiediamo degli interventi urgenti sulle infrastrutture, deterrenti tecnologici, ecc., che possano evitare anche condotte scorrette di guida.
Distinti saluti
Giuseppa Cassaniti Mastrojeni
presidente Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada
Ai sigg.

info@comune.venegonosuperiore.va.it

carlocarboni@provincia.va.it

marcoreguzzoni@provincia.va.it

prefetto.varese@utgprefettura.it

Oggetto: sicurezza stradale

VOGLIAMO PACE SULLE NS. STRADE,VOGLIAMO REGOLE COMPORTAMENTALI CHIARE E ALTRETTANTO CHIARE E CERTE LE PENE,VOGLIAMO CHE LE NS. STRADE SIANO PERCORRIBILE IN SICUREZZA X EVITARE TRAGEDIE IMMANE AI NS. FIGLI E ALLA COMUNITà TUTTA  SOLIDALE CON LA MANIFESTAZIONE DI DOMENICA : UNA MAMMA CHE DOPO 10 ANNI ASPETTA ANCORA IL MOMENTO IN CUI APRIRà LA PORTA DI CASA X RIABBRACCIARE UNA FIGLIA CHE NON RIVEDRà MAI PIù.

[Moscarelli Maria] L’italia che si scandalizza,l’Italia che non vuole la guerra,l’ Italia che vuole sicurezza sui posti di lavoro,l’ Italia che non vuole i fumatori nei luoghi publici ……l ‘ Italia che piange i suoi soldati in irak………Dove é l’italia che tutti i giorni tra l’indifferenza di molti perde bimbi,giovani e meno giovani sull’asfalto ,che ogni anno vede sparire circa 9 mila vite………….quelle vite spezzate sono tutte un pò di noi………Con l’impegno di tutti riusciremo a cambiare in meglio le nostre vite.

MARIA MOSCARELLI

Al Sig. Sindaco di Venegono Superiore

al Presidente della provincia di Varese

al sig. Prefetto della provincia di Varese

Giugno 2005. Un’altra famiglia distrutta piange una vita spezzata. Luca di 14 anni.

Siamo intervenuti, già allora, presso le competenti autorità per chiedere provvedimenti urgenti riconoscendo l’alto rischio della via C. Battisti dovuto ai numerosi incidenti mortali che lì sono avvenuti:

Ma a distanza di poco tempo dalla morte di Luca, un’altra giovane, Marianna di 23 anni, ha lasciato la vita sull’asfalto.

I CONIUGI ROMANAZZI, i sigg. MORTILLARO, LAURI, ACQUAVIVA, MURACA, ANDREA PIGAZZINI,

e ancora, dobbiamo verificare se non vi sono sovrapposizioni, non avendo i nominativi:

1990 M 46 anni deceduto

1991 M 20 anni deceduto

1993 M 18 anni prognosi riservata

1997 NP 18 anni prognosi riservata

2003 M 16 anni prognosi riservata

La giustificazione di questi tragici eventi trova molte volte una banale e ordinaria motivazione: è il comportamento non disciplinato dei conducenti!!

Ma noi sappiamo che in fabbrica i sistemi di sicurezza sono concepiti in modo che se il lavoratore dovesse sbagliare per incompetenza o liberatamene un intervento, intervengano immediatamente bloccando il sistema produttivo così da garantire la vita e la stessa produzione.

Chiediamo che in via C. Battisti a Venegono Superiore vengano installati dei mezzi tecnologici di rilevamento della velocità che intervengano facendo scattare, se la velocità supera quella consentita, il rosso di un semaforo e, in caso di attraversamento col rosso, venga messo in funzione un photored, almeno in modo provvisorio.

Fino a quando altre soluzioni, la cui esecuzione si perderà nel tempo, saranno attuate.

Vorremmo chiarire che la nostra associazione è nata con l’obiettivo, forse difficile da conseguire, di auto estinguersi. E’ formata, come abbiamo già avuto modo di dire, da un gruppo di genitori che hanno perso i figli negli incidenti stradali e ci stiamo impegnando con tutte le nostre forze affinché altre vite non restino sull’asfalto.

Non vogliamo destabilizzare nessuna istituzione, né creare o spostare consensi all’interno del ”quadro politico”.

Ci siamo riuniti in un’associazione con l’obiettivo di affermare la cultura del rispetto della vita propria e degli altri sulla strada e in ogni luogo, e di portare il nostro dolore in mezzo agli altri per far capire che una tragedia come la nostra può succedere a tutti, senza differenza di età, sesso, condizione sociale, professione.

Lavoriamo anche per voi, per i vostri figli, per i vostri familiari, perché l’incidente stradale, lo ribadiamo, non garantisce a nessuno l’immunità.

In questo senso vorremmo che fosse chiaro che i nostri suggerimenti non sono un esercizio terapeutico a favore della nostra condizione di genitori travolti da una violenta e irreversibile tragedia, dei suggerimenti da sopportare, da far cadere all’ombra della disinformazione della stampa locale, ma una sofferta presentazione di problemi da prendere in considerazione per un esercizio dignitoso del potere.

Le strade provinciali, come altre, sono luogo di morte: dal 1999 al 2005 le vittime sulle strade provinciali sono aumentate del 32% circa.

Contano relativamente gli impegni finanziari spesi per le strade quando i risultati hanno un valore negativo. Anzi ci preoccupano.

Nei paesi europei del nord: Svezia, Norvegia, Finlandia, Olanda, Inghilterra e Francia il numero delle vittime della strada è diminuito in poco tempo in modo vertiginoso.

Questo dimostra che interventi efficaci producono effetti visibili.

Non pensate sia il caso di prendere seri provvedimenti per evitare altre morti? Sono necessarie risposte concrete ed urgenti.

Domenica 4 febbraio 2007 alle ore 15 un gruppo di familiari che hanno perso i loro cari sull’asfalto “presiederà” la via in segno di protesta.

Forse è un modo per farci ascoltare, visto che i 12.000 cittadini

che hanno firmato la nostra petizione ( con firma accompagnata dal nome e cognome in stampatello e tanto di indirizzo) per chiedere sicurezza stradale non sono stati ascoltati. Valuteremo se continuare la raccolte delle firme e attuare altre iniziative

Questo quanto ci sentivamo di esprimere.

Distinti saluti

Il presidente dell’associazione

Ernesto Restelli

Al Sig. Sindaco di Venegono Superiore

al Presidente della provincia di Varese

al sig. Prefetto della provincia di Varese

Dopo il drammatico incidente che il 27 dicembre scorso è costato la vita alla giovane Marianna Cerrone, di soli 23 anni, un altro mazzo di fiori, un’altra croce in via Cesare Battisti, “lo stradone” sulla provinciale 46, tragicamente famoso per la sua pericolosità, il lungo rettilineo che unisce Venegono Superiore e Venegono Inferiore,

Siamo un gruppo di genitori che hanno perso i figli per incidenti stradali e e ci stiamo impegnando con tutte le nostre forze affinché altre vite non restino sull’asfalto.

Domenica 4 febbraio 2007 alle ore 15 “presiederemo” la via in segno di protesta per l’indifferenza di coloro che sono preposti alla salvaguardia della salute sulle strade.

I familiari di un bambino recentemente travolto e ucciso da un’auto, a poche decine di metri, dove è morta Marianna, hanno ricostruito con la memoria, salvo errori e omissioni, le vittime che ci sono state su questa strada, lunga pochi chilometri:

I coniugi Romanazzi, Mortillaro, Lauri, Acquaviva, Muraca, il giovane Andrea Pigazzini, Luca Gamillo, poco più di un bambino e ora Marianna Cerrone di soli 23 anni.

Dobbiamo fermare questa strage. Una tragedia come la nostra può succedere a tutti, senza differenza di età, sesso, condizione sociale, professione.

Via Battisti può essere resa meno pericolosa, magari con la posa di semafori dotati di radar che al passaggio di auto che vanno troppo veloci fanno scattare il rosso.

Occorrono scelte etiche coraggiose da parte di tutti. Chi è impegnato nella politica non opera per la difesa della vita se pone in primo piano il potere e il consenso per il proprio partito e non l’attenzione necessaria ai problemi dei cittadini. Qualunque posto uno occupi, non opera per la difesa della vita se pensa egoisticamente solo a se stesso e non capisce che i problemi umani ci appartengono e attendono da ciascuno di noi un impegno solidale.

Wanda Zanetti

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