20 giugno 2004
Egr. Sig. Restelli,
ho letto e condiviso le sue lettere sul quotidiano “La Prealpina”.
Nel novembre del 1993 alcuni semafori di Gallarate, tra cui quello posto all’angolo della mia abitazione, pericolosissimo perché incrocia due strade della medesima importanza e privo di visuale, sono stati predisposti lampeggianti dalle 23 alle 6.
Tutto questo in ottemperanza ad un assurdo articolo del nuovo Codice della Strada e all’incompetenza di coloro che lo hanno applicato senza nulla constatare.
Subito sono cominciati gli incidenti paurosi di cui il primo mortale, costato la vita ad una ragazza di 16 anni che non era nemmeno alla guida. Alle mie reiterate proteste, le risposte erano identiche a quelle da lei citate.
Tutto è tornato alla normalità, purtroppo dopo un anno circa, in seguito alle mie continue lamentele e ad una petizione inviata dal sottoscritto alle autorità che non intervenivano nonostante il ripetersi degli incidenti e che hanno portato al ripristino del funzionamento 24 ore su 24.
Se posso avere un indirizzo potrei inviarle tutta la documentazione relativa ai fatti che sarebbe giusto spedire a quel funzionario di Polizia di cui parla nella sua ultima lettera. Nello stesso periodo in altri semafori di Gallarate posti lampeggianti, si sono verificati incidenti anche mortali.
Un mio carissimo amico è stato investito in moto e si è salvato per un puro caso dopo sei mesi d’ospedale. Fortunatamente attualmente tutti i semafori di Gallarate sono funzionanti anche di notte. Cordialmente,
prof. Renato Rovelli
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