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alcune proposte di intervento per rendere più sicura la viabilità

Si stima che circa il 30 % degli incidenti stradali mortali avvengono nell’ambito lavorativo o durante il percorso casa-lavoro-casa.

E questa condizione contribuisce ancora di più ad aggravare l’estrema e inaccettabile condizione di chi perde un proprio caro con l’aggiunta di problemi economici per la famiglia che possono soltanto portare altra disperazione con un ulteriore peso rilevante, anche se ha altre origini.

La responsabilità di ogni incidente è collegata alla propria dinamica e non è imputabile genericamente al conducente.

E’ vero che ogni incidente può essere ricondotto ad un comportamento o a manovre di guida non adeguate e comunque è possibile individuare quelle operazioni che avrebbero potuto impedire conseguenze disastrose. Chiaramente è facile elencarle a posteriori, magari a tavolino con un foglio di carta.

Dove emerge l’incoscienza di chi ha rubato la vita agli altri conducendo il proprio mezzo a velocità inammissibili, o a manovre assurde, allora non si deve parlare di incidente stradale, ma di omicidio premeditato.

Da rilevazioni fatte da componenti di associazioni familiari e vittime della strada e da uno studio sulla sicurezza stradale condotto da esperti della Provincia di Modena, emerge che nella provincia con condizioni di sicurezza stradale meno soddisfacenti il rischio di morte o ferimento per incidenti stradali risulta circa 14 volte maggiore che nella provincia con i livelli di sicurezza delle strade più alti.

Nella mentalità comune è stato veicolato che la maggioranza degli incidenti stradali è da attribuire all’imperizia e all’imprudenza del guidatore e alle velocità che si possono sostenere su autostrade, dove il conducente può sottoporsi a prove di resistenza alla guida con le aspettate conseguenze.
E così si è costruito molto sull’incoscienza delle stragi del sabato sera, che vede al centro l’alcool, il fumo e la velocità, ma mai nessuna organizzazione politica ha affrontato il problema nella sua pienezza.
Anzi si è permesso l’espandersi di modelli “culturali” che attirano i giovani, facendo leva sulle loro fragilità per poi connotarli come il popolo della notte e, come dice una mamma che è impegnata su questo argomento, “sbatterlo in strada come carne da macello”.
Non si vuole risolvere a monte il problema colpendo le vere cause, perchè si dovrebbero toccare gli interessi di chi ne trae maggior profitto con il prolungarsi delle notti nelle discoteche e la maggior vendita di alcolici.
E con questo non si vuole togliere nessuna responsabilità ai giovani che si fanno coinvolgere.
In realtà, la comunicazione dei mezzi di informazione quando parla di esodo o di ritorno nelle città, dopo i classici ponti o le ferie, non fa che riempirci i televisori di traffico sulle autostrade, di comunicazioni di peggior o miglior viabilità sulle reti stradali di importanza nazionale.
Tutto questo è voluto ed è un limite nella conoscenza della realtà!
Basterebbe consultare qualche dato: nel 1999 gli incidenti stradali sulle autostrade sono stati il 6,5 % e sulle strade statali il 9 % contro il 74,6 % delle strade urbane.
Nell’analisi del numero degli incidenti si può constatare che questi avvengono sistematicamente in alcune zone e su alcuni tratti della rete stradale.

Nella mentalità comune è stato veicolato che la maggioranza degli incidenti stradali è da attribuire all’imperizia e all’imprudenza del guidatore e alle velocità che si possono sostenere su autostrade, dove il conducente può sottoporsi a prove di resistenza alla guida con le aspettate conseguenze.E così si è costruito molto sull’incoscienza delle stragi del sabato sera, che vede al centro l’alcool, il fumo e la velocità, ma mai nessuna organizzazione politica ha affrontato il problema nella sua pienezza.
Anzi si è permesso l’espandersi di modelli “culturali” che attirano i giovani, facendo leva sulle loro fragilità per poi connotarli come il popolo della notte e, come dice una mamma che è impegnata su questo argomento, “sbatterlo in strada come carne da macello”.
Non si vuole risolvere a monte il problema colpendo le vere cause, perchè si dovrebbero toccare gli interessi di chi ne trae maggior profitto con il prolungarsi delle notti nelle discoteche e la maggior vendita di alcolici.
E con questo non si vuole togliere nessuna responsabilità ai giovani che si fanno coinvolgere.
In realtà, la comunicazione dei mezzi di informazione quando parla di esodo o di ritorno nelle città, dopo i classici ponti o le ferie, non fa che riempirci i televisori di traffico sulle autostrade, di comunicazioni di peggior o miglior viabilità sulle reti stradali di importanza nazionale.
Tutto questo è voluto ed è un limite nella conoscenza della realtà!
Basterebbe consultare qualche dato: nel 1999 gli incidenti stradali sulle autostrade sono stati il 6,5 % e sulle strade statali il 9 % contro il 74,6 % delle strade urbane.
Nell’analisi del numero degli incidenti si può constatare che questi avvengono sistematicamente in alcune zone e su alcuni tratti della rete stradale.

 Tecnologia e tecnica applicata alla strada

In un momento, per i paesi occidentali, in cui in ogni settore, il cittadino comune ha difficoltà a rimanere aggiornato sulle evoluzioni tecniche (trasmissioni satellitari, lavorazioni meccaniche micrometriche, innovazioni genetiche nella cura delle malattie, e ognuno aggiunga tutte le sue conoscenze) nella costituzione della strada entrano: l’asfalto (costituito con materiale di coda della raffinazione del petrolio), i guard-rail (profilati di lamiera) e i semafori (lampade con semplice accensione temporizzata).
Una novità che ha avuto successo in tutto il mondo è stata quella della ditta italiana che ha brevettato i contenitori riempibili con acqua che garantiscono il minor danno alle auto e ai passeggeri nel caso di impatto.
Ma senza sminuire l’intraprendenza e il contributo in termini di sicurezza dati dalla ditta: sono bidoni pieni di acqua.
Dov’è la tecnica e la tecnologia applicata alle strade, soprattutto per garantire la sicurezza?

In un momento, per i paesi occidentali, in cui in ogni settore, il cittadino comune ha difficoltà a rimanere aggiornato sulle evoluzioni tecniche (trasmissioni satellitari, lavorazioni meccaniche micrometriche, innovazioni genetiche nella cura delle malattie, e ognuno aggiunga tutte le sue conoscenze) nella costituzione della strada entrano: l’asfalto (costituito con materiale di coda della raffinazione del petrolio), i guard-rail (profilati di lamiera) e i semafori (lampade con semplice accensione temporizzata).Una novità che ha avuto successo in tutto il mondo è stata quella della ditta italiana che ha brevettato i contenitori riempibili con acqua che garantiscono il minor danno alle auto e ai passeggeri nel caso di impatto.Ma senza sminuire l’intraprendenza e il contributo in termini di sicurezza dati dalla ditta: sono bidoni pieni di acqua. Dov’è la tecnica e la tecnologia applicata alle strade, soprattutto per garantire la sicurezza?

Per altre proposte di intervento si riprendono schematicamente quelle dell’Associazione Italiana Familiari e vittime della Strada tratte dalla pubblicazione “unirsi per fermare la strage stradale e dare giustizia ai superstiti (www.vittimestrada.org).
“Nella costruzione e nella manutenzione vanno adottati tracciati che escludono variazioni improvvise del livello stradale, accorgimenti per ridurre la velocità negli incroci (ad esempio rotatorie) e per la protezione dagli ostacoli fissi se non eliminabili (alberi, pali, spallette ecc.), pavimentazioni ad elevata aderenza, barriere efficienti e bande sonore laterali contro l’uscita di carreggiata, guard-rail protetti per la sicurezza dei motociclisti, reti di protezione sui viadotti autostradali, cavalcavia di inversione marcia in luogo dei varchi autostradali, dispositivi rallentatori di velocità nei centri abitati, sovrappassi pedonali, controlli visivi collegati ai semafori e nei punti particolarmente pericolosi; e soprattutto si devono mettere in sicurezza tutti i tratti ad elevato rischio.
Va rivista la segnaletica perchè risulti visibile e comprensibile.
Vanno tolti dalle strade urbane ed extraurbane tutti i cartelli pubblicitari che distraggono i conducenti, ripristinate tutte le corsie di emergenza su quelle autostrade in cui sono state trasformate in corsie di percorribilità.
Occorre diminuire sostanzialmente il volume di mobilità delle auto, non con la costruzione di doppie strade parallele o alternative, ma con l’organizzazione e l’introduzione e il potenziamento di mezzi di trasporto pubblico a prezzi sostenibili e inferiori rispetto a quelli del trasporto privato.
Vanno applicate in modo rigoroso le leggi già esistenti.
Ad esempio la Legge 19 ottobre 1998, n. 366, sulle Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 248 del 23 ottobre 1998, prevede proventi spettanti al miglioramento della circolazione sulle strade, al potenziamento e al miglioramento della segnaletica stradale, alla fornitura di mezzi tecnici necessari per i servizi di polizia stradale di loro competenza e, in misura non inferiore al 20 per cento dei proventi stessi, alla realizzazione di interventi a favore della mobilità ciclistica.”
e per le automobili!!! Un controllore telematico
Delle automobili e delle loro caratteristiche riferite alla velocità è “impossibile” entrare nel merito: esistono i limiti massimi consentiti di velocità, ma si permette la fabbricazione e l’importazione di mezzi che li superano alcuni dei quali raggiungono velocità da pista da competizione.
Parlare di un dispositivo limitatore di velocità, che venga comandato telematicamente da trasmettitori posti sulle strade di percorrenza e programmati a limitare la velocità massima fissata per ogni singola strada, può essere una soluzione semplice se ci fosse la volontà delle istituzioni non condizionata dagli interessi delle multinazionali automobilistiche.

Per altre proposte di intervento si riprendono schematicamente quelle dell’Associazione Italiana Familiari e vittime della Strada tratte dalla pubblicazione “unirsi per fermare la strage stradale e dare giustizia ai superstiti (www.vittimestrada.org).
“Nella costruzione e nella manutenzione vanno adottati tracciati che escludono variazioni improvvise del livello stradale, accorgimenti per ridurre la velocità negli incroci (ad esempio rotatorie) e per la protezione dagli ostacoli fissi se non eliminabili (alberi, pali, spallette ecc.), pavimentazioni ad elevata aderenza, barriere efficienti e bande sonore laterali contro l’uscita di carreggiata, guard-rail protetti per la sicurezza dei motociclisti, reti di protezione sui viadotti autostradali, cavalcavia di inversione marcia in luogo dei varchi autostradali, dispositivi rallentatori di velocità nei centri abitati, sovrappassi pedonali, controlli visivi collegati ai semafori e nei punti particolarmente pericolosi; e soprattutto si devono mettere in sicurezza tutti i tratti ad elevato rischio.
Va rivista la segnaletica perchè risulti visibile e comprensibile. Vanno tolti dalle strade urbane ed extraurbane tutti i cartelli pubblicitari che distraggono i conducenti, ripristinate tutte le corsie di emergenza su quelle autostrade in cui sono state trasformate in corsie di percorribilità.
Occorre diminuire sostanzialmente il volume di mobilità delle auto, non con la costruzione di doppie strade parallele o alternative, ma con l’organizzazione e l’introduzione e il potenziamento di mezzi di trasporto pubblico a prezzi sostenibili e inferiori rispetto a quelli del trasporto privato.
Vanno applicate in modo rigoroso le leggi già esistenti.
Ad esempio la Legge 19 ottobre 1998, n. 366, sulle Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 248 del 23 ottobre 1998, prevede proventi spettanti al miglioramento della circolazione sulle strade, al potenziamento e al miglioramento della segnaletica stradale, alla fornitura di mezzi tecnici necessari per i servizi di polizia stradale di loro competenza e, in misura non inferiore al 20 per cento dei proventi stessi, alla realizzazione di interventi a favore della mobilità ciclistica.”

..e per le automobili, un controllore telematico!

Delle automobili e delle loro caratteristiche riferite alla velocità è “impossibile” entrare nel merito: esistono i limiti massimi consentiti di velocità, ma si permette la fabbricazione e l’importazione di mezzi che li superano alcuni dei quali raggiungono velocità da pista da competizione.
Parlare di un dispositivo limitatore di velocità, che venga comandato telematicamente da trasmettitori posti sulle strade di percorrenza e programmati a limitare la velocità massima fissata per ogni singola strada, può essere una soluzione semplice se ci fosse la volontà delle istituzioni non condizionata dagli interessi delle multinazionali automobilistiche.
proposte tratte dalla pubblicazione “unirsi per fermare la strage stradale e dare giustizia ai superstiti” dell’Associazione Italiana Familiari e vittime della Strada (www.vittimestrada.org).

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